Edgar Allan Poe profetico: il “Gordon Pym” e le sincronicità

Edgar Allan Poe fu un profetico maestro di macabri colpi di scena. Ma la cosa più inquietante è il romanzo che scrisse sul naufragio di una nave, The Narrative of Arthur Gordon Pym of Nantucket, in cui evocò lo stesso nome di un uomo che 50 anni più tardi nella vita reale sarebbe naufragato e, esattamente come descritto nel libro, sarebbe stato mangiato dai suoi compagni di viaggio.

Compiere l’Opera: una peregrinazione nella Cappella Sansevero, a Napoli

Visitare il tempio concepito dal principe Raimondo di Sangro significa prendere parte a una grande storia collettiva, diramata tra meraviglie artistiche e simboli iniziatici. Seppur da spettatori, è un’esperienza che andrebbe fatta almeno due volte nella vita.

OGNI ANIMA È UNA STELLA — 1) Gustav Meyrink

Con questo articolo inauguriamo una nuova rubrica, “OGNI ANIMA È UNA STELLA”. L’obiettivo che ci prefiggiamo con questo progetto è quello di indagare, articolo dopo articolo, gli uomini e gli dèi che essi hanno incarnato, attraverso l’indagine della loro storia e del loro tema natale, con i mezzi dell’Astrologia archetipica e tradizionale.

In questo primo appuntamento, il tema natale di Gustav Meyrink — nato a Vienna il 19 gennaio del 1868 — ci permette di osservare le potenze che lo animavano, i simboli che si celavano in ogni sua opera, e attraverso questi tentare una sintesi suggestiva della sua storia, da uomo e iniziato.

“The Pickman’s Model” di H.P. Lovecraft: dissezione di un artista da incubo

Un’analisi del sostrato simbolico — dalla catabasi in una Boston sotterranea realmente esistente al folklore preislamico dei Ghoul — del celebre racconto di Howard Phillips Lovecraft Il modello di Pickman (1926), recentemente riadattato in uno degli episodi della serie tv Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities (2022), diretto dal regista Keith Thomas.

Il cavaliere senza testa. Washington Irving, il volto tenebroso dell’America

Washington Irving conosce il valore dell’oralità quale mezzo privilegiato per conservare e tramandare la memoria; le sue novelle hanno l’andamento rapsodico, la polifonica sonorità tipici del parlato e lo scrittore affida proprio ad improvvisati cantastorie il compito di riannodare i fili dispersi di un’identità culturale condivisa, tessendo, tra una sponda e l’altra dell’Atlantico, l’ordito e la trama di un idem sentire attraverso i loro racconti, in una fittissima rete di richiami e citazioni.

30 anni di “Bram Stoker’s Dracula”

Il monumentale film di Francis Ford Coppola dedicato alla celeberrima figura del Conte, uscito nelle sale ormai trent’anni fa, riuscì a spaventare ed emozionare le platee di tutto il mondo, grazie alla suo stile potentemente visionario e all’intensità di attori come Gary Oldman e Anthony Hopkins nei ruoli principali. Ma oltre all’innegabile originalità con cui viene rielaborato il “mito” di Dracula, il film rispettò davvero una fedeltà al romanzo, come prometteva il titolo? E quanti particolari riferimenti, allusioni e influenze si possono rintracciare nelle scene di questo horror ancora oggi affascinante e complesso?

“Ciò che disse il tuono”: l’influenza delle Upaniad sulla “Terra devastata” di T.S. Eliot

Fin dagli anni del college T.S. Eliot si era immerso nello studio della filosofia e del pensiero dell’India. La Terra devastata così come altri suoi scritti, riflettono questo suo profondo legame col pensiero orientale, nel descrivere la crisi del mondo moderno il poeta attinge alla Bhagavadgītā e alle Upaniṣad.

Evadere dalla prigione della mente: “Gormenghast” di Mervyn Peake

Pittore allucinato ed immaginifico, artista poliedrico e visionario, costretto da continui crolli nervosi a prolungati soggiorni in case di cura e ospedali psichiatrici, Mervyn Peake affida proprio alla parola scritta il compito di esorcizzare le tenebrose ossessioni che alla fine lo divoreranno. Sul tempestoso mare di un universo onirico insieme nutrito e minacciato dagli eccessi di un’insania autodistruttiva, s’inarcano le arabescate, funamboliche architetture del castello di Gormenghast, mostruosa, aggrovigliata, ciclopica concrezione delle paure incontrollabili che attanagliano l’anima dello scrittore inglese.

Video-diretta: “L’uomo eterno e la profondità della natura”, con Riccardo Tennenini

Mercoledì 1 giugno alle 21:00 andrà in onda sui nostri canali la presentazione del libro La profondità della natura di Edgar Dacqué. Nostro ospite sarà Riccardo Tennenini, animatore di Epistème – Il sapere oltre il mainstream.

Il risveglio di Pan nell’Inghilterra Vittoriana-Edoardiana: “Il Giardino del n.19” di Edgar Jepson

The Garden at 19 (1910) di Edgar Jepson, vissuto a cavallo tra XIX e XX secolo, si presenta come pseudo-sequel del Grande Dio Pan di Arthur Machen, che di Jepson fu intimo amico: una novella folk-horror ambientata nella Londra edoardiana che fu apprezzata anche da Aleister Crowley, appena pubblicata in Italia da Dagon Press.

Cristianesimo psichedelico (parte I): Maria Sabina e l’«eucarestia fungina»

Un’indagine sul sincretismo tra il “culto del fungo sacro” in area messicana e il cattolicesimo di importazione spagnola, incentrata sulla figura della “sabia” e “curandera” mazateca Maria Sabina. A seguire, qualche riflessione sulle bizzarre ma interessanti raffigurazioni fungine nell’ambito cultuale cristiano, rese note da autori come John Allegro, Elémire Zolla, Gianluca Toro e Giorgio Samorini.

Ernst Jünger, “Al Muro del Tempo”: la “rottura di livello” e l’accesso al “fondo originario”

In occasione dell’anniversario di nascita di Ernst Jünger (29 marzo 1895) ripubblichiamo questo nostro articolo incentrato sulla sua opera Al muro del tempo precedentemente pubblicato su Barbadillo, Eumeswil e Il Centro Tirreno, in questa sede lievemente rivisto e ampliato.

Borges a caccia di draghi: il retaggio nordico nell’opera del Maestro argentino (parte II)

Com’è possibile concepire una forma poetica fatta di una singola, totale ed indivisibile espressione? A questa domanda cerca di dare risposta lo scaldo con un lungo viaggio che coincide con la sua stessa vita. Una volta estenuato l’Io Individuale in un maelstrom di avventure il protagonista riesce finalmente a carpire la parola, che per lui, racchiude tutto il caos nella semplicità di un’unica incisione runica: è undr che significa “meraviglia ”. Dunque, è tale “meraviglia” la pietra angolare della poetica norrena per Borges: è la capacità di stupirsi e commuoversi che riesce a sintetizzare l’apparente incoerenza del caos.

H.P. Lovecraft & J.R.R. Tolkien: creatori di mondi nel secolo dell’Irrazionalismo

Howard Phillips Lovecraft e John Ronald Reuel Tolkien sono insieme sia figli che attivi protagonisti del XX secolo. È possibile leggere la loro opera ed attività come espressione delle aspirazioni, bisogni emotivi, ma anche delle paure e delle tensioni dell’uomo del Novecento, nonché stabilire, a ragione, delle connessioni fra esse e i movimenti dell’Irrazionalismo novecentesco che, a più livelli, caratterizzano la fuga dalla realtà del secolo scorso: dalle pseudoscienze all’antroposofia, dall’esoterismo al revival dei miti delle civiltà perdute e sommerse dal Mare, nei tempi di Atlantide e Lemuria.

Cuevas de los Tayos: l’Oro degli Dèi nel sottosuolo amazzonico

Poco più di mezzo secolo fa, in un’epoca in cui lo sguardo dell’umanità guardava allo spazio e allo sbarco dell’uomo sulla Luna, un piccolo studio notarile a Guayaquil si occupava di una questione che puntava nella direzione opposta, cioè verso l’interno del Terra. Mentre Neil Armstrong camminava sulla superficie del nostro satellite naturale, un taciturno straniero di Guayaquil aveva legalizzato quello che è forse il documento più strano e sorprendente che sia mai stato presentato ai notai dell’Ecuador. Per quanto incredibile possa sembrare, entrambe le storie si sono incrociate anni dopo nelle profondità dell’Amazzonia ecuadoriana.

Sul Gigante «candido come la neve» che si staglia all’orizzonte alla fine del Gordon Pym di E.A. Poe

La disperazione esistenziale di Poe, tipicamente romantica, nasce proprio da questo contrasto: voler esperire l’infinito attraverso il finito e l’assoluto per mezzo del relativo; voler bussare alle porte del mistero ed accedere al segreto dell’esistenza, senza dismettere i panni dell’indagatore razionale e del viandante che non crede esistano altre strade verso la verità, al di fuori di quelle riconoscibili dalla ragione ma che, tuttavia, avverte e intuisce che c’è qualcos’altro, forse un Dio Ignoto, per avvicinarsi al quale sarebbero necessari altri strumenti ed altri atteggiamenti mentali.