La maschera del Daimon: Gustav Meyrink e la “Metamorfosi del sangue”

Grazie alle edizioni Bietti arriva nelle librerie “La metamorfosi del sangue”, autobiografia spirituale di Gustav Meyrink, scrittore austriaco di inizio Novecento la cui mitopoiesi letteraria fu influenzata dai suoi studi esoterici ed occultistici, ideale continuazione della raccolta di saggi “Alle frontiere dell’occulto” recentemente pubblicata dalle edizioni Arktos.

Le onde del destino: i racconti dei Mari del Nord di Jonas Lie

Grazie alla Dagon Press, sono finalmente disponibili in lingua italiana i racconti perturbanti “Weird Tales from the Northern Seas” (1893) dello scrittore norvegese Jonas Lie, interamente ispirati al folklore nordico: storie incentrate sull’incontro con entità “altre” quali il draug e la sposa sovrannaturale, oltre che sul mare come simbolo del mistero e delle forze invincibili della natura.

“La fisica degli angeli”: dialogo tra un biologo visionario e un teologo ribelle

Può la fisica moderna dialogare con la tradizione teologica e mistica per fare luce sull’antica questione degli angeli? È questo l’interrogativo su cui si fonda “La fisica degli angeli”, testo-dialogo tra il teologo ribelle Matthew Fox, e il biologo Rupert Sheldrake, noto per la teoria della risonanza morfica, incentrato sull’analisi di alcuni dei testi più illuminanti di tre mistici cristiani: Dionigi Aeropagita, san Tommaso d’Aquino e Ildegarda di Bingen.

“Oltre il Reale”, o della dignità letteraria del Fantastico

La letteratura fantastica viene ancora considerata da troppi a malapena paraletteratura; “Oltre il Reale”, il nuovo volume edito da GOG edizioni ci aiuta ad affermare il contrario, analizzando l’opera di cinque tra gli autori più importanti del genere dalla fine del XIX secolo ad oggi: Lovecraft, Machen, Meyrink, Tolkien e Ashton Smith. 

“Oltre il Reale”: per una Metafisica del Fantastico

Quella della narrazione nasce come pratica profondamente sacra: nel raccontar-si e nel raccontare il mondo, l’uomo lo ricrea e lo rifonda continuamente, poiché «non vive più in un universo soltanto fisico, ma in un universo simbolico. Il linguaggio, il mito, l’arte e la religione fanno parte di questo universo, sono i fili che costituiscono il tessuto simbolico, l’aggrovigliata trama dell’umana esperienza». La narrazione diventa così ben presto la chiave per le innumerevoli porte del Mistero, per un relazionarsi tra dimensioni diverse eppure autenticamente reali.

“Il Viaggiatore di Agartha”: il realismo magico di Abel Posse

Nel romanzo iniziatico dello scrittore e diplomatico argentino, pubblicato trent’anni fa e ambientato durante le ultime battute della Seconda Guerra Mondiale, convolano a nozze il «realismo magico» di Pauwels e Bergier, le dottrine esoteriche della Scuola Teosofica di fine Ottocento che poi influenzarono le società segrete mitteleuropee Thule e Vril e la leggenda orientale del regno sotterraneo degli Immortali. Sullo sfondo, un’Europa ormai allo stremo e un Tibet che da lì a pochi anni avrebbe conosciuto la tragedia indelebile dell’invasione cinese.

Quel simbolico parallelismo tra Mircea Eliade ed Emil Cioran

Un epistolario dannatamente umano, essenziale di questi tempi, rivelatore di una complicità segreta tra due anime complementari della grande generazione romena in esilio: lo storico delle religioni Mircea Eliade e il filosofo nichilista per eccellenza, Emil Cioran, nato proprio l’8 aprile del 1911.


Terence McKenna e il “cibo degli dèi”

Esattamente 20 anni fa, il 3 aprile del 2000, Terence McKenna spiccava il volo verso l’Iperspazio: per l’occasione recensiamo il suo libro “Food of the Gods”, ripubblicato di recente nella traduzione italiana da Piano B edizioni, incentrato sul rapporto dell’umanità attraverso i millenni con le cosiddette «piante maestro», ma che si sofferma anche, criticamente, sul rapporto di dipendenza dell’uomo moderno con varie droghe, legali e illegali, tra cui McKenna annovera pure la televisione.

Cronache della Fine: dal “Terrore” di Machen al “Colore” di Lovecraft

In occasione dell’83esimo anniversario dalla morte di H.P. Lovecraft, avvenuta il 15 marzo 1937, e visto il periodo di stasi che stiamo vivendo, quale migliore occasione per rileggere uno dei suoi racconti più terrificanti, “Il Colore venuto dallo Spazio”, mettendone in luce i parallelismi con un altro romanzo apocalittico uscito più di un secolo fa che ad oggi pare così profetico, “Il Terrore” di Arthur Machen?

Il Terrore e l’Estasi: “La collina dei sogni” di Arthur Machen

Il 3 marzo del 1863 nacque Arthur Machen, uno dei più grandi scrittori della letteratura del Fantastico della sua epoca nonché, insieme a W.B. Yeats, uno dei più importanti alfieri del cosiddetto «Celtic Revival». Dopo aver già recensito sulle nostre pagine la sua opera prima, «The Great God Pan», ci occupiamo adesso del suo terzo romanzo, «The Hill of Dreams» (1907), forse il suo capolavoro massimo in virtù dell’unione indissolubile, qui come non mai, tra i due aspetti dicotomici del Sacro nella tradizione gaelica: quello terrifico e quello estatico.

Da Stonehenge a Rapa Nui: Donald Wandrei e il ritorno dei Titani

Prendendo a piene mani dalla letteratura “Weird” di H.P. Lovecraft e Arthur Machen e unendo quanto ricavato con le ipotesi di Charles Fort e le dottrine teosofiche ed “atlantidee”, il romanzo del 1932 di Wandrei ha saputo anticipare se non addirittura plasmare gran parte delle correnti culturali ascrivibili alla cosiddetta “realtà alternativa” della seconda parte del XX secolo: dal “realismo magico” di Jacques Bergier alla “paleo-astronautica”, dall’incontro con civiltà extraterrestri fino ad alcune previsioni distopiche che oggi, a quasi un secolo di distanza, non sembrano affatto fantascientifiche.

Sud e Magia: il Meridione tra arcaismi e precarietà storica

L’Italia e in particolare il Meridione conoscono ancora oggi una forte presenza di pratiche arcaiche di matrice magico-religiosa: è questo il campo di indagine in cui si distinguono gli studi di Ernesto de Martino, antropologo napoletano noto per aver documentato in prima persona e per aver interpretato le usanze e le credenze (come il malocchio e la fascinazione, la fattura e la jettatura) di cui è tutt’oggi pregna la società meridionale.

Il futurismo esoterico dei Cosmisti russi

Il Cosmismo è il miracolo di una sintesi che l’Occidente conobbe per l’ultima volta nel Rinascimento e che prese piede nel secolo scorso nella Russia sovietica della “corsa allo spazio”: un atteggiamento più che una corrente vera e propria, un crocevia di esperienze e ricerche che spaziano dal futurismo esoterico al pragmatismo trascendentale, dal realismo magico al materialismo idealistico, dall’umanesimo al transumanesimo.

Autobiografia spirituale

La trascrizione di due lunghe interviste rilasciate nel 1969 e nel 1971, oltre a tre articoli pubblicati su “Ur”, integrano e completano il quadro autobiografico di Julius Evola, che il filosofo romano aveva già esposto nella sua opera del 1963 “Il cammino del cinabro”. Nei testi qui raccolti, Evola spazia con gran disinvoltura dalle letture giovanili agli studi di matematica, dal futurismo al dadaismo, dai suoi rapporti con Guénon a piccoli ritratti di personaggi illustri con cui egli era in rapporti di amicizia, come Marinetti ed Ezra Pound.

Il “Grande Gioco” di Jacques Bergier

“Amante dell’Insolito e Scriba dei Miracoli” (come recitava il suo biglietto di visita), co-autore con Louis Pauwels del libro-culto “Il mattino dei maghi”, esploratore degli spazi infiniti, cosmonauta dello spazio interiore, scienziato, agente segreto, visionario, alchimista: tutti i volti di Jacques Bergier nella sua autobiografia, “Io non sono leggenda”, appena pubblicata in lingua italiana da Bietti editore.

Da Montague Rhodes James a “Hereditary” di Ari Aster

In alcuni dei più terrificanti racconti di Montague Rhodes James emerge la tematica hoffmanniana-ligottiana dell’uomo come burattino o marionetta, in balia di entità demoniache che si celano dietro le quinte del reale: particolarmente riuscito è “The Haunted Doll’s House”, che ha parzialmente ispirato il film “Hereditary” di Ari Aster.


L’orrore sovrannaturale di Montague Rhodes James

Lungi dal poter essere classificati semplicemente nell’ambito della “hauntology”, i racconti di Montague Rhodes James, ben più che semplici “storie di fantasmi”, anticiparono la mitopoiesi “cosmic-horror” di H.P. Lovecraft e Thomas Ligotti, presentando l’Orrore in termini “totalmente altri”, del tutto estranei all’antropomorfismo e alla dimensione fisico-corporea tipicamente umana.

L’umanesimo degli antichi Egizi e la sua attualità (I)

L’esame dei geroglifici svela al lettore implicazioni interessanti, talvolta assonanze ed eventuali radici linguistiche comuni tra civiltà diverse e lontane, nonché le coordinate spirituali, psicologiche, socio-culturali su cui l’uomo medio dell’antico Egitto orientava le proprie decisioni, il proprio rapporto con se stesso, con la natura, con gli altri e con il faraone, il modo di intendere la religione e la morte.