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Il viaggio al termine della notte di William Hope Hodgson
Il 19 aprile del 1918 William Hope Hodgson veniva colpito da una granata sul fronte belga e lasciava prematuramente questo mondo. Vogliamo ricordarlo così, parlando della nuova pubblicazione dei tipi del Palindromo,…
“Al muro del tempo”: le profezie di Ernst Jünger sull’Era dei Titani
125 anni fa, il 29 marzo 1895, nasceva ad Heidelberg Ernst Jünger, uno dei più importanti e originali pensatori del secolo breve. Sessant’anni sono invece trascorsi dalla pubblicazione della sua opera “Al muro del tempo” che, riletta oggi, non può che stupirci per la puntualità delle profezie in essa contenute sul mondo che verrà, mondo in cui oggi ci troviamo a vivere: dalla figura paradigmatica del «milite ignoto» all’avvento del cosiddetto «uomo-massa», passando per il fenomeno della «scomparsa dei confini» e giungendo infine a mettere in rilievo l’opera di distruzione dei ritmi naturali in cui l’uomo è sempre stato inserito, compiuta per mezzo del «titanismo» della Scienza.
Cronache della Fine: dal “Terrore” di Machen al “Colore” di Lovecraft
In occasione dell’83esimo anniversario dalla morte di H.P. Lovecraft, avvenuta il 15 marzo 1937, e visto il periodo di stasi che stiamo vivendo, quale migliore occasione per rileggere uno dei suoi racconti più terrificanti, “Il Colore venuto dallo Spazio”, mettendone in luce i parallelismi con un altro romanzo apocalittico uscito più di un secolo fa che ad oggi pare così profetico, “Il Terrore” di Arthur Machen?
Sul “Randolph Carter” di H.P. Lovecraft: il Sogno, la Morte e il Sublime
Dentro “La dichiarazione di Randolph Carter”, racconto che darà vita a un ciclo di storie dedicate al personaggio, si dipana quella rete di significati e concetti tanto cari a Howard Phillips Lovecraft, seppur lo stesso racconto sia lungo soltanto poche pagine.
“Oltre il reale”
La dimensione del fantastico è sempre esistita. Nell’antichità, attraverso il ricorso a miti, saghe, leggende e cosmogonie, gli esseri umani hanno plasmato le proprie convinzioni e motivato le loro azioni. Oggi il fantastico continua a permeare la vita e l’inconscio collettivo dell’uomo, esprimendosi con mezzi certamente diversi ma sempre capaci di magnetizzare le nostre bussole interiori. Lovecraft, Machen, Meyrink, Smith e Tolkien sono cinque autori paradigmatici di questo genere, finalmente presentati in tutta la loro dignità letteraria e filosofica nel nuovo saggio edito da GOG edizioni.
L’essere umano come molteplicità: maschera, “doppelgänger” e marionetta
Da quando l’uomo moderno si è drammaticamente reso conto che l’unità dell’essere umano è un’illusione alcune delle menti più elevate del suo consorzio hanno cercato — in un gioco perturbante di maschere, specchi e bambole — di capire come integrare le proprie infinite personalità e superare il nichilismo esistenziale che tali maschere potenzialmente prospettano: da “L’uomo della sabbia” di E.T.A. Hoffmann e “William Wilson” di E.A. Poe a “Il lupo della steppa” di Hermann Hesse; dal cinema contemporaneo di Roman Polanski e David Lynch fino alla «metafisica della marionetta» di Thomas Ligotti e all’«orrore cosmico» di H.P. Lovecraft.
Da Stonehenge a Rapa Nui: Donald Wandrei e il ritorno dei Titani
Prendendo a piene mani dalla letteratura “Weird” di H.P. Lovecraft e Arthur Machen e unendo quanto ricavato con le ipotesi di Charles Fort e le dottrine teosofiche ed “atlantidee”, il romanzo del 1932 di Wandrei ha saputo anticipare se non addirittura plasmare gran parte delle correnti culturali ascrivibili alla cosiddetta “realtà alternativa” della seconda parte del XX secolo: dal “realismo magico” di Jacques Bergier alla “paleo-astronautica”, dall’incontro con civiltà extraterrestri fino ad alcune previsioni distopiche che oggi, a quasi un secolo di distanza, non sembrano affatto fantascientifiche.
Charles Fort e l’inquietudine dello straordinario
Critico della scienza che lui definiva “esclusionista”, ovvero propensa ad accogliere solo dati che confermavano le teorie accettate e rifiutare i dati che le mettevano in dubbio, Charles Fort procedette, alla maniera degli antichi collazionatori di “prodigi”, a raccogliere e ad analizzare tutte le cosiddette anomalie, quei “fatti dannati” che non trovavano posto nei modelli scientifici, influenzando in una certa misura tutto l’ambito della “realtà alternativa” del XX secolo, come l’ufologia, l’archeologia spaziale e la criptozoologia.
Da Montague Rhodes James a “Hereditary” di Ari Aster
In alcuni dei più terrificanti racconti di Montague Rhodes James emerge la tematica hoffmanniana-ligottiana dell’uomo come burattino o marionetta, in balia di entità demoniache che si celano dietro le quinte del reale: particolarmente riuscito è “The Haunted Doll’s House”, che ha parzialmente ispirato il film “Hereditary” di Ari Aster.
L’orrore sovrannaturale di Montague Rhodes James
Lungi dal poter essere classificati semplicemente nell’ambito della “hauntology”, i racconti di Montague Rhodes James, ben più che semplici “storie di fantasmi”, anticiparono la mitopoiesi “cosmic-horror” di H.P. Lovecraft e Thomas Ligotti, presentando l’Orrore in termini “totalmente altri”, del tutto estranei all’antropomorfismo e alla dimensione fisico-corporea tipicamente umana.
“La casa sull’abisso” di William Hope Hodgson
Una discesa agli inferi si tramuta in un vagabondaggio spaziotemporale. Alle soglie del XX secolo la tradizionale catabasi si tinge ormai delle tinte fosche del cosmicismo già einsteiniano. In un universo che ha da secoli perso il proprio centro, W. H. Hodgson tenta per l’ultima volta di gettare uno sguardo d’insieme sul Tutto. La visione che ci restituisce è quella di un universo senza appigli, in perenne marcescenza, dominato da ignote forze che incarnano il caos e la morte, anticipando quelli che saranno gli incubi tipici del nichilismo sepolcrale di H. P. Lovecraft.