La Madonna di Kazan, un episodio poco noto di “teologia della storia”

L’isola dei morti: dalle visioni di Böcklin al romanzo di Fabrizio Valenza

L’isola dei morti del pittore simbolista elvetico Arnold Böcklin, in tutte le sue versioni, ha ossessionato generazioni di studiosi e non solo. Il romanzo omonimo di Fabrizio Valenza ne richiama le oscure suggestioni incrociandole alle opprimenti atmosfere tipiche della letteratura lovecraftiana.

Compiere l’Opera: una peregrinazione nella Cappella Sansevero, a Napoli

Visitare il tempio concepito dal principe Raimondo di Sangro significa prendere parte a una grande storia collettiva, diramata tra meraviglie artistiche e simboli iniziatici. Seppur da spettatori, è un’esperienza che andrebbe fatta almeno due volte nella vita.

Video-diretta: “La Scienza Sacra delle Cattedrali”, con Paolo Dolzan

Domani, giovedì 9 giugno, avremo il piacere di ospitare nuovamente Paolo Dolzan (animatore del canale Il Tetano della Quinta Razza) per discutere della Scienza Sacra delle Cattedrali (soprattutto gotiche), tra storia, misteri e cospirazioni. Con l’aiuto di Paolo, esperto di storia dell’arte oltre che di tematiche occulte, cercheremo di distinguere i misteri effettivi e le leggende dotate di un solido fondamento da altre ipotesi che invece – pur “impazzando” di recente nel variegato mondo delle cd. “Realtà Alternative” – si dimostrano in ultima analisi, per usare un eufemismo, prive di reale fondamento.

Fulcanelli: “Il culto delle Madonne Nere nelle cattedrali francesi”

In questo estratto de “Il mistero delle cattedrali”, scritto nel 1922 e pubblicato nel 1929, Fulcanelli disquisisce sull’enigmatico culto delle Vergini Nere in territorio francese, elencando le cattedrali in cui da secoli il culto viene officiato.

“Isis in Paris”: note sul simbolismo ermetico della Cattedrale di Notre-Dame

Tirando le fila dagli studi di Fulcanelli (“Il mistero delle cattedrali”), andiamo alla scoperta del simbolismo occulto della più importante cattedrale gotica francese, un “libro di pietra” figurato che nei portali, nelle vetrate, nelle statue si presenta come una rara silloge di simboli alchemici dai molteplici significati mistici, religiosi, filosofici.

Devilman: il mito

La vita di Akira Fudo viene sconvolta dal suo amico Ryo Asuka quando questi gli rivela che la Terra sta per essere invasa da spaventosi demoni che, rimasti ibernati per secoli nei ghiacci antartici, ora stanno per liberarsi dalla provvidenziale prigione per dare l’assalto alla superficie; i demoni sarebbero vissuti sulla Terra prima della comparsa dell’uomo e adesso ne rivendicano il possesso. Di che si tratta? Forse di un rifacimento nipponico di “At the Mountains of Madness” di H.P. Lovecraft? Non proprio, anche se certe corrispondenze sono innegabili. Parliamo di “Devilman”, pilastro del fumetto giapponese, ricco di riferimenti colti e opera rivelatrice della condizione umana in tutta la sua precarietà.

Vedere l’invisibile. L’arte di Alessandra Maxàculi

Artisti come Maxàculi ci ricordano che bellezza e verità sono strettamente affini: la verità, in greco άλήθεια, è letteralmente la “non dimenticanza”, e la bellezza è ciò che permette all’uomo di ricordare quello che ha dimenticato, di riappropriarsi di quel tesoro che giace nascosto nel cuore di ognuno, quel “fondo di onniscienza” di cui parlano i testi buddisti. L’arte diviene allora un ponte proteso verso l’Infinito, una fenditura che consente di evadere dalla prigione dello spazio e del tempo, e di sfuggire così al divenire e alla morte.

Il viaggio dell’anima dopo la morte. Il simbolismo del drappo funerario della Marchesa di Dai

Nel 1972 fu rinvenuto nei pressi di Changsha, attuale capitale della provincia cinese dello Hunan, un drappo funerario in seta dipinta, conosciuto con il nome di “drappo funerario della Marchesa di Dai”. Si tratta di uno straordinario manufatto che raffigura in forma simbolica la concezione sull’aldilà e sul viaggio dell’anima dopo la morte della prima epoca Han (206 a.C.-220 d.C.) e che era considerato fondamentale per guidare l’anima del defunto nella sua ascesa al Cielo.

La vera natura dell’Uomo Verde

Motivo ornamentale inizialmente nelle miniature medievali, poi nell’architettura cristiana britannica e germanica, il simbolo del “Green Man” è un vero e proprio mistero, in quanto pur nascendo apparentemente in epoca cristiana risulta veicolare indubbiamente simbolismi ‘pagani’ sulla rinascita perpetua dell’anima vegetativa della natura e del cosmo tutto.

Nella Zona del Crepuscolo

Nell’albo n°7 di «Dylan Dog», Tiziano Sclavi fa assurgere il caos magmatico a realtà emblematica dell’impasse in cui si trova l’uomo contemporaneo, riassumendo nella scialba aspettativa di non-vita che si reitera giorno dopo giorno lo smarrimento di quest’ultimo che, avvolto dalle nebbie implacabili di Storia e Tempo e intrappolato in una stagnante Zona del Crepuscolo, condivide col Valdemar di Poe il senso d’impotenza e, al tempo stesso, di desolato stupore.

Scoperte in Amazzonia migliaia di pitture rupestri risalenti all’Era Glaciale

Decine di migliaia di dipinti in ocra rossa risalenti all’ultima Glaciazione, scoperti in Colombia su una parete rocciosa che si estende per 13 km, fanno luce sugli abitanti dell’Amazzonia e sulla sua incredibile megafauna di oltre 12.000 anni fa. La “Civiltà perduta” teorizzata dal colonnello Percy H. Fawcett, che fino a un secolo fa sembrava fantascienza, sembra sempre più reale.

“Nei reami dell’Irreale” con Henry Darger e le Vivian Girls

Oggi Henry Darger, che morì pochi mesi dopo il ritrovamento della sua gargantuesca opera “In the Realms of the Unreal”, è considerato uno dei maggiori esponenti della così detta «art brut», quella produzione artistica realizzata da persone spesso ai margini della società, come carcerati e pazienti psichiatrici. Illustrato da più di 300 acquarelli, la sua creazione era ambientata in un mondo alternativo in cui si davano battaglia la nazione atea e schiavista di Glandelia e la nazione cristiana e libera di Angelinia, guidata verso la libertà dalle Vivian Girls.

Agostino Arrivabene, quella pittura colma di volontà magica

Domani, lunedì 7 settembre, inaugura a Milano la mostra di Agostino Arrivabene, artista geniale e visionario alfiere del figurativo italiano contemporaneo. Cerchiamo qui di metterne in luce il personalissimo “oniricon”: un ponte verso una surrealtà che non nega il mondo dei fenomeni, ma integra il visibile della potenza estatica dell’invisibile.

Sulla concezione tradizionale dell’arte figurativa e sulla sua funzione sacrale

Come affermato da storici delle religioni come Coomaraswamy, Zimmer, Eliade e da esoteristi come Guénon ed Evola, nelle società tradizionali ad ogni arte o scienza profana è sempre corrisposta una “scienza sacra”, la quale aveva «un carattere organico-qualitativo e considerante la natura come un tutto, in una gerarchia di gradi di realtà e di forme di esperienza, delle quali forme quella legata ai sensi fisici non è che una particolare». Esempi di questa concezione dell’arte si possono rinvenire nei bassorilievi dei tempi induisti, ma anche nelle rappresentazioni rupestri risalenti all’epoca dei Cromagnon.

ANTARÈS n. 16/2020: “Dylan Dog. Nostro orrore quotidiano”

Segnaliamo ai nostri lettori la pubblicazione, per le Edizioni Bietti, del nuovo albo monografico della rivista «Antarès — Prospettive Antimoderne», interamente dedicato all’«Indagatore dell’Incubo» Dylan Dog e al suo creatore Tiziano Sclavi, con un nostro articolo (di Marco Maculotti) dedicato alla «Zona del Crepuscolo», e altri a cura di autori già pubblicati sulle nostre pagine (Andrea Scarabelli, Sebastiano Fusco, Piervittorio Formichetti).

“Il Cavaliere, la Morte e il Diavolo”: il simbolismo tardo-gotico di Dürer

La celebre incisione di Albrecht Dürer rappresenta l’epifania dell’uomo gettato heideggerianamente nel mondo, il cui destino è quello, umanisticamente, di essere «faber fortunae suae», indipendentemente da qualsiasi ostacolo, compreso quello, apparentemente invalicabile, del male, ossia il diavolo, e del tempo, ovvero della decadenza e della morte.